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La Risonanza Magnetica nello studio della SM

La RM è fondamentale per identificare lesioni a carico del sistema nervoso centrale (SNC), come aree di demielinizzazione e neuro-degenerazione, che sono segni caratteristici della SM.


Essa permette la valutazione della disseminazione nel tempo e nello spazio delle lesioni demielinizzanti, che rappresenta il criterio principale per la diagnosi e follow-up della SM secondo i criteri modificati di McDonald del 2017.


La RM per lo studio di un paziente con SM sospetta o diagnosticata deve essere effettuato secondo quanto suggerito nelle linee guida internazionali (Lancet Neurol 2021; 20: 653–70). E’ quindi importante che i pazienti si rivolgano a centri e a professionisti con esperienza in questo campo.

  • L’esame RM deve essere effettuato con apparecchiature con campo magnetico uguale o superiore a 1.5 Tesla.

  • Il protocollo di scansione non è quello per un esame standard dell’encefalo ma è suggerito nelle linee guida internazionali.

  • Il mezzo di contrasto a base di gadolinio viene utilizzato per identificare lesioni attive, nelle quali la barriera emato-encefalica (che normalmente separa il circolo ematico dal tessuto cerebrale) viene permeabilizzata dall’infiammazione, consentendo lo stravaso di mezzo di contrasto dal torrente circolatorio all’interstizio cerebrale ove si accumula.

  • L’utilizzo di gadolinio è controindicato nelle pazienti in gravidanza. Secondo le linee guida l’allattamento può invece essere continuato dopo la somministrazione di m.d.c. basati su gadolinio chelato a composti macrociclici.

  • La RM viene utilizzata per la diagnosi delle lesioni o per valutarne l’evoluzione nel tempo della malattia (identificando nuove lesioni o l'espansione o la stabilizzazione di quelle esistenti). Essa è quindi fondamentale per la valutazione l'efficacia delle terapie, rilevando eventuali cambiamenti nel numero o nelle dimensioni delle lesioni.

  • Studio del midollo spinale: la RM del midollo spinale è particolarmente utile per rilevare lesioni che possono essere correlate a disfunzioni motorie e sensitive.

Apparecchiature ad alto campo (con campo magnetico 3 Tesla) e tecniche avanzate permettono inoltre una migliore valutazione delle lesioni, ad esempio le lesioni corticali o iuxta-corticali, le lesioni croniche (che mostrano un orletto con caratteristiche superparamagnetico e che rappresenterebbe l’infiltrato di macrofagi), lesioni perivenulari etc.

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